Wolf, Secus e la Tempesta. Danza coi lupi e rinasci in due giorni di Aterballetto in Umbria
Che succede quando l’essere umano torna in contatto con la sua natura istintiva, con quell’energia primordiale del lupo? Che forse è nascosta da qualche parte in ognuno di noi. Può capitare allora una metamorfosi. Che la scossa vitale percuota ogni singola esistenza riconnettendola al mondo naturale. E creando una riserva di energia tale, da dover essere scaricata. In qualche modo. E’ in quel magico attimo della metamorfosi che Wolf (coreografia e musica di Hofesh Shechter), presentato venerdì scorso al Teatro degli Illuminati di Città di Castello, accende i riflettori sui sedici danzatori di Aterballetto dando vita ad un imperdibile ed emozionante incontro con i misteri della rigenerazione vitale compiuta dalla danza. Un momento topico scolpito da atmosfere musicali che fondono poche incisive note a ritmi elettronici (ed effetti rewind), conferendo un senso mistico a tutta la trasformazione. Shechter, che ha debuttato come coreografo nel 2003 con Fragments, nel 2008 ha fondato la Hofesh Shechter Company, conosciuta e apprezzata a livello internazionale. Per l’Aterballetto ha creato Wolf che ha debuttato nell’ambito della Nid Platform 2017 a Gorizia
Diverse le atmosfere e anche la ricerca in Secus, la creazione di Ohad Naharin coreografo e direttore artistico della Batsheva Dance Company dal 1990 e fondatore della Batsheva Young Ensemble. Con le sue melodie indiane (Kaho Naa Pyar Hai) e le sue armonie occidentali si presta perfettamente a presentare e celebrare in maniera giocosa il lato ginnico della danza, le sue lunghezze e verticalità, le sue spirali, la velocità dei movimenti e la loro ampiezza. Un tributo alla danza e ai danzatori che terminano il loro lavoro sul corpo con la scoperta di un’espressività tutta personale che li rende in ogni momento unici.
Al Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto è andata invece in scena la Tempesta di Aterballetto con coreografia di Giuseppe Spota, Musiche orginali di Giuliano Sangiorgi, drammaturgia di Pasquale Plastino e scene di Giacomo Andrico (consulenza critica Antonio Audino). Un lavoro che ha debuttato nel 2018 al Piccolo Teatro Strehler. In questo bel balletto moderno, che accetta la sfida di raccontare con gesto e movimento la Tempesta Shakespeariana, particolarmente interessante è la messa in scena delle forze naturali e di tutto ciò che non ha parola ma corpo ed energia. In una espressività corale si crea il mare, con i suoi vividi flutti simbolo di vita, eternità e destino. E si plasma Calibano come una forza della natura, “uno spirito diffuso” ed in quanto tale rappresentato nella molteplicità del suo essere.
Interessante l’utilizzo dei pannelli specchio, belli i costumi (Francesca Messori) e le musiche di Sangiorgi sviluppate in una sinergia creativa come lui stesso ha raccontato: “Con Giuseppe Spota c’è stata un’intesa fantastica: ho composto mentre lui e Pasquale Plastino stavano creando la drammaturgia. Quando abbiamo confrontato i nostri lavori ho scoperto una naturale sintonia, che mi ha permesso di ritrovare il mood della mia composizione”. E se la danza assolve qui alla funzione di dare corpo, in dodici scene, a tutto quello che nel testo è raccontato, come sottolinea lo stesso drammaturgo (Pasquale Plastino), a farle raggiungere i suoi momenti di grandezza è forse l’interpretazione del non detto, dell’immanente, del respiro latente che trova proprio nella danza il suo naturale canale di espressione.
Insieme ai danzatori, domenica 9 febbraio c’era anche Giuseppe Calanni, Maître de Ballet di Aterballetto dal 2002. Lunga la sua carriera iniziata come danzatore nel 1983, quando entra a far parte di Aterballetto sotto la direzione di Amedeo Amodio ricoprendo in seguito anche il ruolo di assistente alla coreografia. Carriera che prosegue con la sua riconferma nel 1997 da parte di Mauro Bigonzetti, nei due ruoli di danzatore e assitente coreografo e la sua nomina nel 2002 a maestro di balletto, un ruolo fondamentale per ogni grande compagnia, a cui compete, fra le altre cose, la responsabilità di valutare il livello tecnico raggiunto dai danzatori nelle prove.
Tempesta è una produzione Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto in coproduzione con Centro teatrale bresciano e Teatro stabile del Veneto. Sostegni alla produzioni sono stati ricevuti dalla Fondazione i teatri di Reggio Emilia in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa