Dove si trovano i luoghi silenziosi? Spesso sono vicini, a pochi chilometri a piedi o a qualche minuto d’auto. Ma raggiungerli non è semplice senza una mappa specifica. Proprio perchè è il rumore, di solito, il mezzo per distinguerci, nello stile di vita, come strategia pubblicitaria, nel tono della voce per segnalare agli altri la nostra presenza. Se passiamo tanto tempo a farci notare, il rumore che si produce è infinito e rimane impresso per ore. Ecco perchè il detox dai rumori, prima o poi, diventa una necessità. Per orientarci meglio nella ricerca dei luoghi silenziosi, abbiamo chiesto ad un esperto in materia.
Intervista a Samuele Vinciarelli, guida escursionistica
“Sono attratto dai luoghi del silenzio che hanno qualcosa di diverso dagli altri. Con il mio lavoro sono abituato ad immergermi nella natura ma il momento della scoperta spesso avviene per caso, quando smetti di cercare e di voler raggiungere a tutti i costi un risultato.” A raccontare a Respiro Magazine i suoi luoghi del silenzio, è Samuele Vinciarelli, guida escursionista ed ambientale (associata Lagap n.346, pagina FB Into the wild trek) con una passione per il lato selvaggio e per gli imprevedibili tesori che, puntualmente, ogni immersione totale fuori e dentro la sentieristica riserva. E ogni volta, spiega Samuele, il primo istinto è quello di condividere con tutti quel luogo speciale, “forse perché per me per primo è stata una conquista”.
Ma i luoghi del silenzio sono sempre riconoscibili?
“Saper riconoscere un luogo del silenzio è anche una questione personale. Quando si arriva con un gruppo di quindici persone, non sempre si è in grado di percepire il silenzio, se ad esempio c’è troppa confusione, o se si è troppo attaccati al cellulare e a quello che posteremo nei social”.
Quali sono i luoghi del silenzio che ti hanno più colpito?
“Uluru, conosciuta anche come Ayers Rock, in Australia, è sicuramente uno di questi. Quando si arriva, la Roccia si innalza da lontano sullo sfondo di un deserto infinitamente piatto, l’Outback australiano. Avvicinandosi cambiano i contorni, cambia il colore e la fotografia intercetta paesaggi e profili inaspettati. Scattando foto a distanza pare una roccia marziana, spuntata dal nulla. Quando l’ho visitata io ci si poteva salire ma gli aborigeni ci gridavano contro. Sono salito pensando agli spiriti degli antenati di cui parlavano le leggende delle popolazioni autoctone. In cima mi sono seduto ad osservare il paesaggio. Il vento creava sibili forti e sorprendenti, simili a voci in lontananza.” Uluru è tornato dal 26 ottobre 1985 di proprietà degli autoctoni, i Pitjantjatjara e, dal 26 ottobre 2019 ne è stata vietata la salita. Gli aborigeni che rivendicavano la sacralità del luogo e del Dreamtime track, hanno ottenuto il divieto dopo una serie di controversie durate anni.
Ti è capitato altre volte di scoprire una voce del vento legata ad un luogo del silenzio?
Sì, dopo tanti anni è successo un anno e mezzo fa, in Valnerina. Mi era stata commissionata la segnatura di un sentiero tramite segnavia, quelli in vernice bianca e rossa, vicino a Ferentillo. Un lavoro durato circa tre mesi. Ho trascorso tante giornate da solo, immerso nel verde, camminando tra montagne e boschi lentamente con il mio barattolo di vernice ed il pennello. Un giorno, sopra Ferentillo, sul Monte San Angelo, dove si trova anche l’eremo di San Michele Arcangelo, c’era un fortissimo vento. Il bosco mi riparava dalle raffiche, solo il suo sibilo era udibile, un suono che mi ha fatto ritornare in mente l’Australia. Dopo ore passate ad ascoltarlo sembrava essersi trasformato nel rumore del mare. Uscito dal bosco sono arrivato all’eremo, lì invece regnava un silenzio totale. Sebbene l’eremo non abbia più il tetto, in quel luogo ho avvertito un senso di protezione. Ho sentito che era un posto speciale. San Michele presso Ferentillo fa parte dei santuari micaelici costruiti in Italia dai longobardi. I principali santuari micaelici sono uniti da una linea retta, che va da St Michael’s Mount in Cornovaglia a Monte Sant’Angelo sul Gargano, chiamata la Linea di San Michele. Seppur dimenticato, l’eremo di Ferentillo, che oggi necessita urgenti lavori strutturali, non solo fa parte della Linea sacra ma pare, secondo alcuni rilevamenti, sia posto proprio nel mezzo di tale linea che prosegue per la Grecia per riaffiorare sul monte Carmelo in Israele.
C’è un altro luogo del silenzio di cui ci vuoi parlare?
Sì, è un luogo che si raggiunge attraverso un percorso impegnativo, un paradiso per gli escursionisti più esperti, che si trova sui Monti della Laga, parte del Parco nazionale del Gran Sasso. Sono partito da un paesino quasi disabitato vicino ad Amatrice, zone purtroppo distrutte dal recente terremoto. Non c’era nessuno. Inizio il sentiero del percorso di circa 15 km complessivi in un giorno di ottobre. Un autunno tiepido in cui erano visibili tutti i colori dell’iride, dal giallo al rosso fino al viola. Il sole splendeva in alto e i colori sembravano esplodere letteralmente lungo il bosco, in alcuni momenti dovevo stringere gli occhi per proteggermi dall’impatto visivo. A volte sembrava che la foresta fosse illuminata dall’interno da vivaci luci nascoste. Oltre il caldo e i vividi colori, mi ricordo il silenzio innaturale di quel giorno di ottobre. Un silenzio assordante, quasi da far fischiare le orecchie. Non tirava un filo d’aria. C’erano faggi che esplodevano di giallo, lecci di arancione, come in un sogno psichedelico o in un bosco elfico degno del miglior film fantasy. Raggiunto un altopiano, mentre osservavo le vette straordinarie del parco, ho visto una striscia grigia verticale in lontananza scendere dal fianco della montagna. Era una cascata. Ho abbandonato il silenzioso sentiero per raggiungerla. Mi ha accolto un suono sempre più forte, un suono roboante, era lo scroscio potente della cascata della Morricana che si trova sul versante Cima Lepri. Tornando al sentiero mi sono immerso di nuovo nel silenzio.
C’è un luogo del silenzio dove ti piacerebbe tornare per riscoprirlo ora, con la tua consapevolezza di guida escursionistica?
La mia ricerca di luoghi silenziosi è iniziata a 20 anni, girando dappertutto, ed in Perù ho visitato il Machu Picchu, patrimonio dell’umanità, un luogo mistico, sacro ed energetico. All’epoca erano aspetti a cui non ero interessato, piuttosto ero appassionato di fotografia e impegnato a collezionare nuovi viaggi e destinazioni. Ammetto che a distanza di anni vorrei tornarci.