Nuovi orizzonti nascono e nuove connessioni scaturiscono quando musica e danza si fondono meravigliosamente come in Double side, presentato dall’Aterballetto l’11 ed il 12 febbraio al Teatro Morlacchi di Perugia, attraverso due creazioni, Stabat Mater e With dropping wings. Frutto del lavoro di due coreografi con diverse formazioni ed uno stesso obiettivo, far reagire la danza contemporanea alle vibrazioni della musica dal vivo per arrivare dritti al centro delle emozioni. Un’operazione affascinante e pienamente riuscita, che mostra come l’interazione dal vivo tra le componenti coreografiche e musicali apre la strada ad una nuova percezione: più ricca, più vitale ed immediata. Ma soprattutto, a dimostrazione del fatto, se ce ne fosse bisogno, che nell’arte il tutto è sempre molto più della somma delle sue componenti.
Norge Cedeño Raffo e Aterballetto
Norge Cedeño Raffo (1987), primo ballerino per dieci anni presso la Danza Contemporánea de Cuba a L’Avana, ha portato in Stabat Mater, che prende il titolo dall’omonima opera di Arvo Pärt, base musicale della creazione, uno stile contemporaneo che fa proprie sia l’influenza americana che gli insegnamenti dello stile afrocubano, combinati ad elementi propri della tradizione cubana. Una matrice che ha richiesto una preparazione speciale ai danzatori dell’Aterballetto, come emerge anche in Stabat Mater, danzare oltre i confini (disponibile su Rayplay) che documenta in maniera accurata il lavoro di preparazione dei danzatori e la loro interazione sia con il coreografo cubano che con la sua preziosa assistente alla coreografia, Thais Suárez Fernández. Faticosa è di certo quella “tecnica cubana” che, d’altro canto, conferisce al movimento una vitalità radicale ed una più intensa espressività lavorando, tra l’altro, sull’ampiezza e sulle torsioni, in un alternarsi di profondità viscerali e vertiginose con l’impalpabile leggerezza di “stati” magicamente sospesi in fermoimmagine. Picchi e dirupi, morti e rinascite si susseguono nello Stabat Mater, senza meccanicità, come se ognuno fosse unico. In una danza piena di movimento i rituali senza tempo dell’Araba fenice, motivo sottolineato dalle ceneri in scena, danno voce a quel sentimento muto di madre umana e divina, inseguito anche da Arvo Pärt. Infatti, nel suo Stabat Mater, composto nel 1985 per soprano, controtenore (o contralto), tenore, violino, viola e violoncello, ed eseguito dal vivo da tre giovanissimi musicisti e tre giovanissimi cantanti nella creazione di Aterballetto, Pärt trascende in musica una sequenza liturgica in cui Maria addolorata piange suo figlio ai piedi della croce.
Lo Stabat Mater di Arvo Pärt
Un profondo sentimento religioso ispira la partitura che dà voce a due sentimenti contrapposti e complementari che si muovono nella figura di Maria. Il grido di dolore, espresso nella linea melodica del canto e danzato con struggente tensione, è interrotto dalla sua consolazione eterna, espressa negli accordi arpeggiati e nei momenti di più accentuata elevazione e fluidità della danza. La stessa struggente tensione, e la sua salvifica interruzione, si trova nelle scenografie di Fabiana Piccioli, anche co-ideatrice dei costumi, insieme a Cedeño Raffo, che collegano linee tra la terra ed il cielo capaci di racchiudere ma anche d’imprigionare.
Danièle Desnoyers ed il suo With drooping wings
Con With dropping wings ci trasferiamo in un altro universo. Fluidità, leggerezza, sensualità e senso di libertà caratterizzano atmosfere metropolitane, alla ricerca di un centro che nasce in comunione e scambio con l’altro. La coreografa Danièle Desnoyers porta da Montréal uno stile molto amato nella scena contemporanea. Nella sua creazione per Aterballetto, per 8 danzatori e 4 archi, basata su An english suite, in cui opere di Henry Purcell, grande compositore barocco del Seicento, sono rivisitate dal compositore italiano Federico Gon, si illuminano emozioni potenti che spiccano il volo nel crescendo narrativo a cui si presta la simmetricità della musica barocca. “With drooping wings prende in prestito il titolo dal coro finale del Dido and Aeneas di Purcell – racconta la coreografa – Le ali spezzate sono quelle di una frangia della società che si confronta con molteplici incongruenze. Siamo nel mezzo di molti sconvolgimenti sociali. La creazione entra inevitabilmente in risonanza con questi sconvolgimenti. Ma questi mi danno anche un rapporto con la bellezza che attraverserà tutte le mie scelte. Evocare la bellezza altrove che nelle forme, ma piuttosto nell’incarnazione della resistenza”. Danièle Desnoyers ha iniziato la sua carriera nel 1986 con Des héros désaffectés, nel 1989 ha fondato Le Carré des Lombes divenendo celebre in Canada per il suo approccio innovativo attraverso dei lavori in cui l’ambiente e la messa in scena hanno un forte impatto sul linguaggio del corpo. Le sue creazioni sono caratterizzate da sempre da un lavoro interdisciplinare con compositori contemporanei.
Isabella Rossi