Fibre vegetali e moda. La green economy sceglie il made in Italy perchè la distanza tra vinacce ed interni di un auto di lusso non era mai stata così breve.
Che cosa hanno in comune le vinacce, gli interni di un auto di lusso ed i sandali e le borse proposti da un famoso brand di moda per la primavera 2020? La risposta è Vegea. Un’azienda italiana, con sede a Milano, da alcuni anni al top delle cronache sulle start up innovative che offrono alternative eco-sostenibili al settore moda e design. Alternative non solo possibili ma sorprendenti. Chi sospettava, infatti, che la distanza tra le vinacce ed il fashion design potesse essere così breve? Anche se, per coprirla, c’è voluto prima tutto un viaggio di consapevolezza e ricerca. Che ha portato i suoi frutti. Perchè Vegea, nata dal sogno di fornire al design materiali veramente eco-sostenibili, è ora una realtà italiana pluripremiata e conosciuta nel mondo. Una di quelle che ha saputo traghettare la produzione di fibre per i settori moda ed arredo, oltre il vecchio paradigma economico.
Fibre vegetali e moda, il marchio Vegea
A luglio del 2019, in occasione del centenario della fondazione della prestigiosa casa automobilistica Bentley, è stata presentata, nella sua sede di Crewe nel Regno Unito, la Bentley Exp 100 Gt. Si tratta del prototipo di una concept car elettrica, assaggio di un futuro possibile entro il 2035. Per ricoprire i lussuosi interni si è optato per la Wineleather Vegea. Così, dopo aver conquistato le auto di lusso, a quattro anni dalla sua fondazione l’omonimo materiale e marchio registrato Vegea® continua a farsi strada sulle passerelle della moda.
Vegea per la H&M Conscious Exclusive collection SS2020
Scarpe e borse della H&M Conscious Exclusive collection SS2020 sono state prodotte con Wineleather Vegea, vincitrice del Global Change Award di H&M, il 5 aprile 2017. I due fondatori, Gianpiero Tessitore, architetto, e Francesco Merlino, chimico industriale, hanno inizialmente affrontato un lungo lavoro di ricerca, in collaborazione con l’Università di Firenze e con centri di ricerca specializzati. L’obiettivo era quello di creare “materiali biobased da fonti vegetali rinnovabili”.
La scoperta della vinaccia come perfettamente compatibile con gli utilizzi desiderati è stato meta e punto di partenza della start up innovativa. Che è riuscita ad individuare una materia prima ideale per creare tessuti tecnici eco-sostenibili che sostituiscono la pelle senza rimpianti. Ma, l’alto valore aggiunto della fibra ricavata dalla lavorazione delle vinacce, si sottolinea, deriva anche da altre scelte. Assenza di sostanze tossiche inquinanti e di spreco di acqua nella lavorazione. Risultati, questi, ottenuti attraverso la messa in opera di modelli di agricoltura ed economia circolare.