La transizione energetica non è più soltanto un sogno ma una realtà europea sostenuta dalla nuova presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen e messa in atto, con un primo piano vincolante, dalla Germania. La svolta verde inizia quindi in Germania con il pacchetto clima per frenare il cambiamento climatico, votato dalla GroKo, la grande coalizione Cdu/Csu e Spd, il 20 settembre scorso. E frutto di una lunghissima trattativa. Tuttavia, consigliato è un cauto ottimismo. Da un lato, per i margini di miglioramento ancora possibili. Dall’altro, per gli inevitabili ostacoli all’attuazione di un cambiamento che alcuni non esitano a definire epocale.
Le critiche dei Verdi al pacchetto Clima della GroKo
Fuori, al momento, sono i Verdi che si dicono ancora insoddisfatti rivendicando, sostanzialmente, modifiche sul metodo e nel merito che possano aumentare l’impatto “risparmia” clima. Un’opposizione da non sottovalutare la loro. Sia da un punto di vista politico: il loro 20% e la vicinanza al movimento Fridays for future. Che, e soprattutto, in considerazione dell’iter legislativo che il pacchetto dovrà completare. Data la presenza dei Verdi nei governi dei Länder, gli stati federali della Germania, e la conseguente possibilità di bloccare quelle leggi che richiedono l’approvazione in Bundesrat.
L’Uba chiede maggiore sostegno alla mobilità a minor impatto climatico
L’obiettivo fissato entro il 2030 di abbassare le emissioni serra dagli attuali 866 milioni a 563 milioni di tonnellatte all’anno sembrerebbe troppo ambizioso all’Uba, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente tedesca (In: Klimapolitik:Wachsende Kritik am Klimapaket der Bundesregierung. Fonte: Sz.de del 23 settembre). Positivamente è accolto l’obiettivo di rendere più caro il volo aereo e più economico il viaggio in treno, secondo la presidente Maria Krautzberger intervistata dalla Süddeutschen Zeitung. Tuttavia, le misure previste sarebbero ancora insufficienti rendendo necessario promuovere maggiormente la mobilità a minor impatto climatico. In altre parole, si prevede che il prezzo assegnato alle emissioni di anidride carbonica all’interno del pacchetto clima non avrà l’effetto dissuasivo sperato. Questo perchè il prezzo della benzina, stando al pacchetto, dovrebbe aumentare nei prossimi anni da tre fino a 10 centesimi, mentre gli esperti avrebbero fatto richieste ben più cospicue.
Il debito pubblico non dovrà risentirne
Intanto, il piano di riforme tedesco approvato dalla Groko è da 54 miliardi, fino al 2023, e complessivi 100 miliardi entro il 2030. L’obiettivo è combattere i cambiamenti climatici e dare un taglio alle emissioni di gas serra, per i quali si prevede una riduzione del 55 per cento entro il 2030. Il tutto senza intaccare il debito pubblico tedesco. La svolta ecologica dovrà quindi portare con sè necessariamente anche quella economica. Una sfida, questa che davvero si può definire epocale.
I piccoli risparmiatori finanzieranno il piano
I fondi per i necessari finanziamenti alla transizione dovranno infatti pervenire da privati. Si pensa ad una Bürger-Stiftung Klimaschutz, una fondazione capace di raccogliere fino a 50 miliardi, provenienti in gran parte da piccoli risparmiatori ai quali dovrebbero essere garantiti interessi a tasso fisso per un due per cento. (Fonte: Die Welt on line del 9 settembre).
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