Iconica e irriverente, virtuosa cantante e performer, comica sbellicante e contorsionista espressionista, ironica distillatrice del lambiccante pensiero complottista. Che sa domare da virtuosa giocoliera, in uno spericolato e continuo ribaltamento di senso. Con il suo arco pieno di frecce Virginia Raffaele è un’esperienza teatrale a sé. Da cui si esce rinvigoriti e profondamente grati di tanta leggerezza. Di poetiche immersioni nell’anima di un Luna Park, arcaica fabbrica delle illusioni soppiantata da potenti mezzi digitali. E di sprazzi di estatica bellezza, tra canto e comicità, accentuati dai costumi di Giovanna Buzzi che interpreta le categorie filosofiche del Luna Park nei colori e nelle forme.
Samusà, “fa silenzio”, parla Virginia
Con Samusà, scritto da Virginia Raffaele, Giovanni Todescan, Francesco Freyrie, Daniele Prato con Federico Tiezzi (dal 25 al 29 gennaio 2023 al Morlacchi di Perugia con il tutto esaurito), il pubblico è elegantemente ricondotto al LunEur, il Luna Park più antico d’Italia che era situato a Roma in zona Eur. Ma non davanti alle giostre, bensì dietro, nel suggestivo retro delle giostre nelle scene di Marco Rossi, dietro al bancone di un tirasegno dove batte ancora il cuore di Virginia e dove tutto ebbe inizio nei primi anni Ottanta. Altro giro, stavolta alla scoperta di una comunità giostrante provvista di lingua e di autogoverno e di una prospettiva inedita sul pubblico (i contrasti), ed altra corsa. Una nelle sue esilaranti imitazioni con nuovi personaggi. C’è la tetra Giorgia Maura, vittima inconsapevole della famiglia. E l’anziana Donata (sciroccata o disillusa?), omaggio a Franca Valeri ma anche i suoi cult pop, da Vanoni a Belén.
Virginia Raffaele: “la vostra giostra sono io”
Su e giù in un ottovolante di stati che vanno dalle lacrime del riso ad una nostalgia malinconica per la scomparsa di un mondo perfetto perché autentico e profondamente umano. E tutto il mondo, prima o poi, è davvero passato per il LunEur, anche quel santo padre fornito di insospettabile mira affatto refrattario alle scommesse. E che dire di una Patty Pravo, via di mezzo tra una banshee ed una geisha (meravigioso anche il costume), eterea fino ad un certo punto di non ritorno che distorce tratti e parole. L’istrionico senso del vivere in Virginia non ha nulla di costruito. E’ una fonte pura, quasi un magma interno che prima o poi uscirà filtrando cose e persone, stravolgendo tratti, accentuando caratteri e collegando i personaggi gli uni agli altri in una continua ricomposizione della realtà nel suo mito comico migliore. Del resto, lo dice lei stessa, diretta da Marco Tiezzi ,”la vostra giostra sono io”
30 gennaio 2023
Isabella Rossi